
Il Parco Nazionale dell’Alta Murgia, tra i più estesi parchi d’Italia, ospita un progetto ambientalista che sa di bello e profuma di buono: “Alta Murgia: un Parco per api e farfalle”.
In sinergia con la Fondazione per lo sviluppo sostenibile e il Dipartimento di biologia dell’Università degli Studi di Firenze, il progetto si propone la tutela di api e farfalle e rientra nell’ambito delle “Azioni per la protezione degli impollinatori e diffusione dell’entomofauna”(identificate dalla Direttiva n.0023838 del 24-10-2019 del Ministero dell’Ambiente).
In Italia, delle 151 specie di api native, oltre il 20% è in stato di conservazione decisamente precario e 18 specie di farfalle sono a rischio di vera e propria estinzione.
Se qualcuno attribuisce ad Einstein l’idea secondo la quale l’uomo non potrebbe sopravvivere più di quattro anni senza le api, noi abbiamo una certezza: e’ proprio grazie al lavoro quotidiano di api e farfalle che la biodiversità può continuare ad imbandire le nostre tavole con i colori della tradizione.
Dimenticare le api e le farfalle vuol dire rischiare di perdere i sapori che caratterizzano il nostro territorio, quell’odore di olio, salsa, cicorie, fave ed erbe aromatiche capace di mantenere la tradizione radicata all’identità e ai valori buoni, puliti e giusti di un “piccolo mondo antico” indimenticabile.
Atmosfere, è proprio così, il cibo con il suo sapore può dipingere atmosfere intense, significative ed etiche, trasportandoci nello spazio di un passato…..presente nei cassetti più belli della nostra memoria.
Api e farfalle sono le custodi di questa magia, che si rinnova ancora e ancora al fiorire e al germogliare di ogni pianta, spalancando le finestre della nostra immaginazione alla “recherche” di un tempo mai perduto.
Ecco l’importanza del progetto “Alta Murgia: un Parco per api e farfalle”, che non prevede solo interventi di miglioramento ambientale e riqualificazione dell’habitat forestale, ma anche webinar, bioblitz, pillole YouTube e costruzione della Carta della Vocazione Apistica, utile alla sensibilizzazione dei cittadini sull’importanza dei preziosi impollinatori.
Ecco la dichiarazione di Francesco Tarantini, presidente del PNAM: «L’obiettivo è contrastare la progressiva scomparsa di api e farfalle. Cambiamenti climatici, uso massiccio di pesticidi e agricoltura intensiva hanno alterato il delicato equilibrio degli ecosistemi, con una riduzione in crescendo degli impollinatori. Serve ricordare che dipendiamo dalle api e alla loro scomparsa, in breve tempo e con molte probabilità, seguirebbe la nostra. Se poi si fa un cenno ai risvolti economici, va detto che api domestiche e impollinatori selvatici permettono l’impollinazione di oltre l’85% delle piante selvatiche e più del 70% delle colture agrarie, per un valore in Italia di 2 miliardi di euro l’anno. Il Parco sta incrementando le azioni per tutelare questi preziosi insetti, sia su un piano scientifico sia attraverso attività di citizen science, sensibilizzando i cittadini sulla necessità di proteggerli». (dal Sito Parco Nazionale dell’Alta Murgia, 26 novembre 2020)
Se conoscere per influenzare è una vision importante, sapere per rispettare è una mission significativa che rende, con questa iniziativa, il Parco dell’Alta Murgia protagonista attivo di un concreto aiuto al nostro paesaggio, affinché rimanga viva e florida la sua preziosa biodiversità.
Rosa Innamorato

L’autrice Rosa Innamorato è docente di Lettere. Specializzata in Didattica e Letteratura. Direttrice del Blog Terrapugliamare
Grazie a Rosa Innamorato e a Slow Food Bari per una speciale sensibilità, che non è di certo una novità, su temi della sostenibilità che riguarda gli insetti utili e coinvolge l’intero pianeta. Tenere viva l’attenzione sul ruolo ecosistemico ricoperto da questi piccoli insetti rappresenta il primo strumento per consolidare lo sforzo per salvarli in un momento in cui il modello agricolo industriale ne ha compromesso la vitalità. Bene dunque l’azione del Parco dell’Alta Murgia che deve essere luogo esemplare per il tipo di iniziative che ci aspettiamo da tante altre parti d’Italia.
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Grazie Francesco.
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